A Pisa, in un appartamento zeppo di quadri e
strumenti musicali affacciato sulla Torre pendente, Pietro Benati aspetta di
scomparire. A quanto dice sua madre, sulla loro famiglia grava una maledizione:
prima o poi tutti i Benati maschi tagliano la corda e Pietro – ultimogenito
fifone e senza qualità – non farà eccezione. Il primo era stato il nonno,
disperso durante la guerra in Etiopia e rimpatriato l'anno dopo con disonore.
Il secondo, nel 1988, quello scommettitore incallito del padre, Berto, tornato
a casa dopo un mese senza il mignolo della mano destra. Quando uno scandalo
travolge la famiglia, Pietro si convince che il suo turno è alle porte. Invece
a svanire nel nulla è suo fratello maggiore Tommaso, promessa del calcio, genio
della matematica e unico punto di riferimento di Pietro; a cui invece, ancora
una volta, non accade un bel niente. Per quanto impegno metta nella carriera
musicale, nell'università o con le ragazze, per quanto cambi città e nazione,
per quanto cerchi di tagliare i ponti con quel truffatore del padre o quella
ipocondriaca della madre, la sua vita resta un indecifrabile susseguirsi di
fallimenti e delusioni. Almeno finché non incontra due creature raminghe e
confuse come lui: Laurent, un gigolò con il pallino delle nuotate notturne e
l'alcol, e Dora, un'appassionata di film horror con un dolore opposto al suo.
E, accanto a loro, finalmente Pietro si accende.
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