Alberto, il fratello minore, è un bambino
timido, profondo, ottimi voti a scuola e una innata predisposizione al rispetto
delle regole: il tipo di figlio che non dà mai problemi. Lorenzo, il maggiore,
è un capobranco naturale, determinato a seguire la propria strada ovunque essa
lo porti: un ragazzo destinato a sorprendere sempre. Alberto si è beccato il
soprannome di "Zavorra", perché sta sempre attaccato al fratello, nel
tentativo maldestro di dimostrarsi alla sua altezza. Ma essere un peso non gli
dispiace, perché significa essere legati. Di più, inseparabili. E il piccolo
seguirebbe Lorenzo in capo al mondo pur di imparare i suoi gesti mentre suona
la chitarra, pur di ascoltare la sua musica, pur di assomigliargli almeno un
po'. Il problema è che poi si cresce, l'adolescenza è una tempesta e sconvolge
tutto, mentre la vita adulta si rivela, anno dopo anno, un rebus indecifrabile.
E così i due si allontanano - senza un motivo preciso, o forse per tutti i
motivi possibili - fin quando quel legame diventa malinconico come un lungo
silenzio. Ma come si fa a capire perché a volte si perde chi ha il nostro
stesso sangue? Come si affronta ciò che ci portiamo dentro da quando eravamo
bambini, paure comprese? Simone Marcuzzi indaga con intensità un rapporto
delicato tra persone che possono essere tutto l'una per l'altra - complici,
confidenti, amici, ma anche rivali, spine nel fianco, estranei e racconta
l'umanissima difficoltà di resistere alla tentazione di chiamarsi fuori dalle
cose, per imparare a starci dentro e a tenere stretto chi amiamo.
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