Shadi sa molte cose, troppe per una bambina di tre anni. Sa che nella sua città, Kabul, adesso comandano uomini crudeli, talebani si chiamano. Sa che suo padre è in pericolo perché li avevacombattuti. Sa che per lei e per le donne dell'Afghanistan «la libertà è acqua passata», come le spiega amaramente la mamma il giorno in cui viene al mondo Jahan, sua sorella. Un anno dopo, nascosta, assiste all'irruzione di quegli uomini nella loro casa. Pochi istanti e un cofanetto e la sua amata Jahan sono le uniche cose che le restano. Insieme alla raccomandazione di sua madre: «Promettimi che conserverai sempre la gioia che hai nel cuore». Si chiama così, Shadi: Gioia, quello è il significato del suo nome in lingua dari. Negli anni che verranno cercherà in ogni modo di rispettare quella promessa, a dispetto delle terribili sferzate del destino, della crudeltà degli uomini e di un Paese che sembra temere la luce delle donne più di ogni cosa e fa di tutto per oscurarla. La vita di Shadi si intreccia per tre decenni a quella di altre donne e alle drammatiche vicende di un Afghanistan eternamente in guerra: l'oscurantismo fanatico dei talebani, gli sprazzi di libertà degli anni della Repubblica, le laceranti contraddizioni dell'Occidente, il ritorno al potere degli uomini barbuti e del loro regime di terrore. È una grandiosa storia di resilienza, di lotta, di speranze, di fame di libertà e giustizia che non si estingue mai, di una, due, migliaia di Shadi che sanno intrecciare tra loro legami profondi e indissolubili.
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