Tutto comincia nella provincia più dimenticata
della Bassa Padana, dove una nonna feroce tiene in scacco la famiglia a colpi
di umiliazioni e crudeltà. Il denaro per lei è potere, e il potere è controllo.
La nipote, protagonista di questa storia, a cinque anni dice a sua madre:
«Quando la nonna Viviana muore ballerò sulla sua tomba con delle scarpe rosse».
La madre si sente in colpa: «Come ti ho passato tutto questo? Dal sangue?». Due
battute che sono l'esempio dello stile che incendia la pagina. Il sound di un
esordio infuocato dai colori cangianti della cattiveria, per cui Chiara
Tagliaferri ha orecchio assoluto. E il talento letterario di riprodurla
attraverso personaggi femminili memorabili: la nonna, la madre, la sorella, se
stessa. Strega comanda colore è un romanzo che sabota l'ipocrisia, è la storia di una
ragazza che si oppone alla maledizione che la vita le ha scagliato addosso. Tra
violenza, risentimento e tenerezza. La protagonista cresce affamata: vuole
l'amore, vuole la bellezza ma vuole ancora di più i soldi. Per liberare chi
ama, costruisce pazientemente la sua vendetta. E poi scappa: dalla pianura
piena di nebbia arriva in una Roma piena di luce. Sprovvista di tutto, ma
determinata a spogliare chiunque di ciò che lei desidera. Rubare agli altri per
dare a se stessa diventa il suo vero lavoro. Per riuscirci inganna, mistifica,
si scopre bravissima ad accalappiare fidanzati ricchi che tentano inutilmente
di colmare le sue voragini. Intanto mente moltissimo, a tutti. Fino a che
incontrerà l'unica persona capace di renderla vulnerabile. Una saga familiare
luminosa e scellerata, la storia di un'emancipazione che passa attraverso il
sangue, l'epopea di una ragazza che impara dal niente un alfabeto emotivo e che
si salva anche grazie alla possibilità di un grande amore. Una storia di
streghe. Finalmente.
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