Le spighe di grano dorato si piegano al soffio
del vento. Maria le osserva e pensa che quella terra rappresenta la vita intera
della sua famiglia, che la lavora da generazioni. E che, forse, sarà l’unica
protagonista del suo futuro. Ma lei vuole di più. Soprattutto ora che ha
imparato a leggere, e nuovi orizzonti le si sono schiusi davanti agli occhi.
Maria ha confidato il suo segreto solamente al padre, l’unico a condividere i
suoi sogni. Così, quando lui è costretto a partire per l’America in cerca di
fortuna, Maria si sente persa, e solo le sporadiche lettere che riceve riescono
a riportarle il sorriso. Lettere che raccontano di palazzi alti fino al cielo,
di fotografie capaci di muoversi, di treni che corrono sullo schermo. La parola
cinematografo è troppo difficile da pronunciare, ma contiene una promessa di
futuro. Maria vorrebbe condividere la notizia con tutti, e invece finisce per
essere additata come una visionaria, una persona da cui stare lontani. Fino al
giorno in cui incontra Domenico, un giovanissimo fotografo in erba, il primo a
credere che quello che il padre le ha raccontato sia vero. Per questo vuole
trovare una prova, un esempio di quelle immagini che paiono prendere vita.
Perché Maria non è una bugiarda, è solo una sognatrice. E i sogni possono far
paura. Bisogna essere coraggiosi per accettare i cambiamenti, per non smettere
mai di imparare. Insieme, Maria e Domenico possono fare una magia: un telo
bianco in una grande piazza pronto a raccontare la storia più bella che ci sia.
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